ALLA CONQUISTA DI UN IMPERO
indurre il tuo padrone a raccomandarmi al rajah. - Udendo parlare d'argento, il maggiordomo fece un profondissimo inchino. - Il mio padrone mi vuol
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dare la scalata alla varanga inferiore, - disse Kammamuri. - Io ho un'altra idea. Mi occorre sapere prima se Surama si trova veramente qui e quale stanza
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attraversa il cervello. - Sono sfuggito alla morte per un vero miracolo. Se l'avessi vuotato io, a quest'ora mi troverei nei panni di quel disgraziato. Cane
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codesto il modo di svegliare un mylord? - Il maggiordomo, tutto umile, si avanzò dicendo: - Signore, è mezzodì. - Aho! benissimo. Non mi ricordavo più
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ascoltare ciò che doveva dire il loro principe. - Ascoltami, - disse il rajah. - Io ascoltarti, Altezza, - disse Yanez avvicinandosi. - Tu mi hai
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, - disse Tremal-Naik con accento un po' ironico. - Mi ero scordato che voi siete il primo ministro del rajah. Accettate dunque una fiffine? - Io di solito
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di cattivo umore forse? - Mi sembra assai preoccupato stamane, mylord. Pare che vi sia stata un po' di burrasca fra lui e l'altro uomo bianco. - Ah
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veramente un mylord? - E perché dovrei dubitarne? - Sai da dove venga? - Dal Bengala, mi ha detto. - E che cosa sia venuto a fare qui? - A cacciare. - Il
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verrà nessuno a disturbarci? - Per ora no. Abbiamo un paio d'ore di libertà. - Non mi occorre tanto tempo. Ti hanno usato dei maltrattamenti? - No
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con me Loy, - comandò il capo. - Mi racconterai ciò che è avvenuto durante il viaggio. Non dobbiamo perdere un solo istante. Forse ho indugiato troppo
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sei liberata dall'occhiata di quel sinistro vecchio e non correrai più alcun pericolo. - Che cosa vuoi pel tuo disturbo? - chiese la giovane. - Che mi
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principale ricchezza, sono perdute. - Mi rincresce per quei disgraziati coltivatori, ma saranno vendicati. Dove scorazza quel bestione? - A venti
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nascosta dietro questi cumuli di rottami. - Non mi sembrano tanto alti da coprirla. D'altronde lo sapremo subito. - Dinanzi a lui si trovava un
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prova? - Quando tu vorrai, signore. - Tu mi assicuri che la principessa non soffrirà. - Rispondo io pienamente. - Agisci allora. - Il chitmudgar prese
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diamanti, due grossi manilla e ne offrì uno al ministro, dicendogli con un sorriso bonario: - Prendete questo sigaro, Eccellenza. Mi hanno detto che siete
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da quel mostro e senz'altro lo accettarono come rajah dell'Assam. - Voi, mylord, mi avete narrata una storia che qualunque assamese conosce a fondo
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fidarci di lui? - Surama mi ha detto che è il figlio d'uno dei servi di suo padre e che perciò non dobbiamo dubitare della sua lealtà. - Uhm! - fece la
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. - Che tutti mi seguano, - comandò - e tenete pronte le armi. - Con una semplice spinta aprì una porta e trovata una scala, si mise a scendere tranquillo
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accortosi a tempo che si trattava d'un parlamentario, abbassò la carabina chiedendo: - Che cosa vuoi tu? - Il rajah mi manda per intimarvi la resa. La
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. - Mi pare che la faccenda diventi un po' seria, - aveva pensato, raddoppiando le battute delle mani e dei piedi. Percorsi altri quindici o venti passi
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linee. - Una cosa però mi cruccia. Dove si troverà il villaggio? Ci siamo gettati molto fuori di strada. - Vedo una collina a tre o quattro miglia
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, - disse il bengalese. - Io sono perfettamente tranquillo. - Ed io sono dispiacentissimo di non poter finire la mia sigaretta, - rispose Yanez. - Mi
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? - Tu eri destinato a diventare un grand'uomo di stato, - rispose Tremal-Naik. - È quello che mi diceva anche Yanez, - rispose Sandokan ridendo. I primi
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dell'India! Tu hai fatto questo? - Sì, Altezza - rispose Teotokris. - E dove si trova ora? - Nel mio palazzo. - E tu mi accerti che quella
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soffocata, era sfuggita dalle labbra del portoghese. - Ecco quella che mi aiuterà a conquistare il trono, - disse. - Purché si trovi realmente sotto i
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, - spero che mi avrai per compagno. - Ti accetto fin d'ora, - rispose la Tigre della Malesia. - Ed io, - disse Surama, - metterò a tua disposizione
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esempio e avrai acqua e anche delle rupie. Se ti rifiuti io non mi occuperò più di te e ti lascerò morire entro la tua buca. Scegli! - Rupie! - rantolò
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metterla sulla fronte della mia bella Surama, ma la cosa non mi sembra troppo facile. Fino a che qualche fortunato avvenimento non mi farà avvicinare quel
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piuttosto truce. - Sei tu il mylord che mi riporta la pietra di Salagraman? - chiese finalmente, dopo aver squadrato dall'alto in basso il portoghese
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incarico. - Quale? - Quello d'impadronirti del capitano dei seikki. Quell'uomo mi è assolutamente necessario. - Vivo o morto te lo porterò. - È vivo che mi
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capriccio. - Potresti tu raggiungere quel villaggio? - Una quindicina di miglia non mi fanno paura. - Che cosa vuoi farne tu di quelle bestie
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però non prevedo, dovesse accadere. Aspetta tranquilla mie notizie. - Mi manderai almeno il sahib bianco? - chiese Surama che appariva profondamente
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quella tigre mi è necessaria, noi la prenderemo, - disse Yanez. - Tu diventi incontentabile, amico - disse Sandokan, ridendo. - Prima era la pietra di
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parevano rifatte di recente. - È questa che sbocca nel Brahmaputra? - chiese Yanez. - Sì, - rispose Bindar. - Non odi un rombo lontano, sahib? - Sì, mi
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rotolarsi per terra ed a picchiarsi il petto con pugni tremendi. - Quegli stupidi vogliono sfondarsi le costole, - diceva Yanez. - Non mi stupirei che
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, avendoli già cacciati per molti anni nelle Sunderbunds del Gange. - Quella calma non mi rassicura affatto, - disse a mezza voce a Sandokan, che
Accademia della crusca
